Descrizione
‘Nel 1995, mentre il mondo impara a usare le email e a comunicare via internet, Selim è una matricola all’università di Harvard. Per lei comunicare, con o senza internet, è sempre stato un problema; il suo rapporto con il reale passa soltanto attraverso i libri che considera depositari di un significato assoluto e chiaro. Il suo sguardo sulle cose è tanto acuto e brillante quanto ingenuo e innocente, come può esserlo solo quello di chi ancora non ha fatto sesso e nemmeno bevuto un bicchiere di vino. E così tutto della vita universitaria le pare assurdo. Il cavo ethernet della connessione di dipartimento serve per impiccarsi? Se si compra tequila per la festa, come mai anche il sale? E perché nessuno si rende conto di desiderare solo ciò che non può avere? Quando però incontra Ivan tutto cambia. Per la prima volta capisce quanto è bizzarro e doloroso il desiderio e quanto è difficile ottenere ciò che si vuole davvero. Ivan è un matematico ungherese, Selim lo conosce a un corso di lingua russa e inizia con lui una relazione fatta di dialoghi inconcludenti ma interessanti, malintesi e silenzi. Un amore decisamente meno passionale e romantico di quello tra Anna e Vronskji. Eppure per seguirlo si ritrova a insegnare inglese in un villaggio dell’Ungheria. Alla fine come ogni primo amore anche il loro svanisce, ma Selim avrà imparato che per crescere e diventare adulta dovrà, giorno dopo giorno, impegnarsi a ricucire lo strappo che per lei separa le parole dalla realtà.’