Descrizione
Un villaggio terrorizzato, i cui abitanti vivono in balia degli umori dell’Uomo del Rompicapo, un meschino tiranno che indurisce il proprio cuore facendo ogni giorno colazione con una tazza di caffè e una cucchiaiata di fiele. Il Rompicapo si trasforma in un’appropriata figura simbolica che rappresenta il dispotismo assoluto a cui è sottomesso il villaggio (ovvero i pezzi che lo compongono). I suoi abitanti sono creature disgraziate i cui progetti dipendono esclusivamente dai capricci di un essere superiore, signore e padrone delle loro vite, che può contare su un’impunità totale. Ma cosa succede al Signore del Rompicapo nel momento in cui il Rompicapo inizia a ribellarsi? Per dar vita a questo essere abbietto e trasporre in immagini l’inquietudine esistenziale di un popolo sottomesso e impaurito, le illustrazioni di Roger Olmos non potevano essere più appropriate. Riguardo al suo antagonista, la capra, Olmos ha trovato ‘interessante’ che prendesse corpo e aumentasse di dimensioni a ogni sua apparizione, sempre accompagnata dalle mosche. Queste ultime sono una presenza importante al suo fianco e, come spiega, ‘essendo gli animali della morte, rappresentano un chiaro segnale’. Età di lettura: da 8 anni.