Descrizione
La storia narrata da Candida è autobiografica e dettata da una insopprimibile necessità interiore, dunque doppiamente vera. È la cronaca di un matrimonio durato cinquant’anni, interrotto solo dalla morte, ma attraversato da crisi e sbandamenti, ostacolato dal peso del silenzio. Un matrimonio dominato dalle luci e dalle ombre di una personalità maschile carismatica e accentratrice che esercita sulla moglie una sorta di plagio da cui le sarà difficile liberarsi. Un’inchiesta intima, un viaggio doloroso nel passato per dare risposta ad assillanti quesiti che spesso restano sospesi. Al tempo stesso un’analisi che ricostruisce la trama dei fatti con freddezza, consultando lo schedario dei ricordi, confrontando testimonianze di amici e conoscenti, interpretando lettere e poesie, rispettando i vuoti della memoria e della documentazione. Molte sono le voci e le presenze intorno a Candida e Vincenzo, ma nessun vero personaggio. Le donne e gli uomini che interferiscono nella vita affettiva della coppia rimangono perlopiù sullo sfondo, sfocati come fantasmi dell’immaginazione. I loro nomi sono quasi tutti fittizi. La vicenda di Candida e Vincenzo, nella sua specifica drammaticità, è la stessa di tante coppie che si sposano in buona fede negli anni Sessanta, credendo nel matrimonio, per essere subito dopo investite dalle passioni politiche, dall’onda contestataria e dalla repentina trasformazione del costume di cui quella generazione è insieme protagonista, beneficiaria e vittima. Un racconto personale che si legge come un romanzo per la forza di sofferenze ordinarie narrate con verità e crudezza, rifuggendo da abbellimenti o ipocrisie.